tratto dalla guida Una terra da scoprire

Valmarecchia

Tracce di leggende, fondazioni castellane, spazi della natura: l’alta valle del Marecchia appare uno scrigno di tesori solo in parte noti a chi visita la zona.

Scoprire Rimini non è solo questione di spiagge e movida: c’è tutto un mondo, nel suo entroterra, che vale la pena di scoprire e conoscere. In particolare è la Valmarecchia ad affascinarci con i suoi panorami, costellata com’è di autentici paesini, torri e castelli immersi in verdi colline.

All’incrocio tra Romagna, Toscana e Marche, si distende il Parco naturale dei due Sassi: i rilievi del Monte Simone e Simoncello, nel Montefeltro. Il parco occupa un’area montuosa, che tocca quote comprese tra i 670 e i 1.415 metri. Il Sasso di Simone è un blocco calcareo, in forma di parallelepipedo regolare, che raggiunge l’altezza di 1204 metri. La sua origine risale ai depositi marittimi del Terziario. Il nome pare derivare da Simone, eremita di origine orientale, che qui si sarebbe stabilito al termine di una lunga peregrinazione. L’isolamento del sito piacque a Cosimo I de’ Medici, che decise di costruirvi una città ideale cara al potere fiorentino. La Città del Sole, dotata di funzioni civili e militari, sorse nel 1565 a specchio del forte feretrano di San Leo. Formata sul progetto di Simone Genga e di Giovanni Camerini, ebbe vita solo per un secolo: fu lasciata per l’inclemenza del clima, che generò l’abbandono del luogo. Solo una strada lastricata e pochi ruderi rendono oggi testimonianza alla presenza medicea nel Montefeltro.

Il Sasso di Simone è riserva naturale e la flora qui diffusa è composta in prevalenza dal carpino e dal cerro. La visita al territorio di Pennabilli consente di prendere contatto coi segni di realtà storiche e naturalistiche. In località Miratoio, che deriva il suo nome (“Miratorium”) dalla posizione di belvedere, si trovano grotte naturali formatesi per il crollo delle pareti di arenaria. Tra esse, annotiamo la Tana di Barlaccio, la Grotta della Tana buia, lo Spaccio del Diavolo, la Grotta dei Pipistrelli, la Grotta del beato Rigo. Questi fu eremita agostiniano e visse nel secolo XIV, praticando la preghiera e l’ascesi mistica entro le grotte. Il Castello di Penna e quello di Billi hanno dato origine al toponimo del paese. Sul primo, si trova la Campana di Lhasa, che è un calco di quella presente nella missione tibetana fondata da padre Olivieri. Qui sono riprodotti alcuni testi di preghiera del culto buddista. Il rilievo di Billi è segnato dalla croce e dai ruderi castellani. La Cattedrale di San Leone ebbe fondazione cinquecentesca e la facciata ricostruita nel 1914. Al sommo della scalinata, la chiesa si affaccia sulla piazza principale del paese, ornata dalla fontana della Pace, eretta in memoria della fonte che vide, nel 1350, la riunione dei due castelli in un unico centro. In località Bascio, la visita al Giardino pietrificato rende memoria ai personaggi vissuti in questa parte di Romagna.

Articolo pubblicato all’interno dello Speciale Romagna nei numeri di IN Magazine 02/2020

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