di Clarissa Costa

Lisa Paganelli

Medico-veterinario, imprenditrice e anima del Consorzio Biologico Valbidente, Lisa Paganelli punta sull’agricoltura biologica e simbiotica: un progetto che le è valso il premio europeo “Innovazione”.

Tutelare la salute e l’ambiente, in simbiosi con la terra, la natura e l’uomo: è l’intuizione vincente di Lisa Paganelli, veterinaria e imprenditrice di Civitella di Romagna, nonché responsabile per la provincia di Forlì-Cesena di Coldiretti Donne Impresa, che nel 2016 si è aggiudicata a Bruxelles il premio europeo “Innovazione”, promosso tra 28 paesi dell’Unione Europea, per aver applicato l’agricoltura simbiotica all’interno della sua azienda agricola “Seggio”.

“Il premio è stata una cosa completamente inaspettata, una sorpresa bellissima. Inizialmente non pensavo neanche di partecipare e ho inviato la domanda con nessuna aspettativa,” racconta l’imprenditrice. “Invece sono stati molto colpiti dal progetto per le sue potenzialità. L’encomio voleva premiare le donne nel settore agricolo che contribuiscono a migliorare e a trovare soluzioni alle sfide delle zone rurali: il progetto da me proposto per loro aveva tutti i requisiti, partendo dal benessere e dalla ricerca scientifica fino a valorizzare le produzioni agricole che creano uno sviluppo economico locale e quindi un’economia circolare. È un format che può essere replicato ovunque, basta veramente guardare le cose con occhi diversi e valorizzare ciò che già abbiamo.”

Una prima intuizione nasce negli anni in cui Lisa Paganelli lavora come veterinaria, frequentando le aziende agricole della sua vallata e osservando il lavoro degli agricoltori e degli allevatori nell’Appennino tosco-romagnolo. Poi abbandona la professione per occuparsi della famiglia e lavorare in azienda insieme al padre, che già dagli anni Ottanta utilizzava il metodo biologico. “In quelle zone l’unico modo per valorizzare il prodotto era coltivare utilizzando meno trattamenti possibili. Inizialmente, mio padre aveva un’azienda zootecnica molto più piccola, circa 100 ettari di terreno in cui coltivavamo ciliegie. Con il biologico era impossibile sostenere i costi perché il bio non era ancora molto conosciuto, così abbiamo cessato la parte dei frutteti specializzandoci nell’allevamento bovino, aprendo la prima macelleria a Forlì. Specializzandomi nel biologico, negli anni sono stata chiamata per convegni, visite in realtà diverse, ed è in Piemonte ho conosciuto il professor Giusto Giovannetti, biologo creatore di micorrize.”

La ricerca avviata all’IRST, con Lisa Paganelli in qualità di coordinatrice scientifica, ha l’obiettivo di scoprire gli effetti che il consumo di alimenti biologici e simbiotici ha sull’uomo, collegando quindi l’alimentazione alla prevenzione.

Lisa paganelliMa cosa sono le micorrize e perché se ne fa uso? “Si tratta di un complesso microbico, un mix costituito da batteri, funghi e lieviti, con i quali di alimenta il terreno per migliorare le coltivazioni e la qualità del prodotto. Quando ne proposti l’utilizzo in azienda venni quasi considerata una visionaria, ma poi mio padre iniziò a coltivare alcuni appezzamenti utilizzando micorrize e già dal primo anno vedemmo un miglioramento nelle produzioni, notando che era aumentata qualità del foraggio e la resa del 10%. Con questi risultati, mi sono appassionata e, sempre insieme al prof. Giovannetti e ad altri ricercatori, ho iniziato a studiare dal punto di vista organolettico quello che cambiava all’interno dell’alimento, sia per l’animale che per l’uomo.”

Una vera innovazione che esclude l’utilizzo di Ogm e di sostanze chimiche di sintesi durante tutte le fasi della produzione, dalla coltivazione all’allevamento, che l’ha portata ad avviare uno studio di ricerca insieme ai ricercatori dell’IRST di Meldola.

“All’IRST ho conosciuto il prof. Dino Amadori il quale si è appassionato al progetto. La mia richiesta è stata quella di fare ricerca sull’uomo, perché tutte le mie ricerche erano basate sui vegetali, su come si modifica la struttura della pianta, o sull’animale. Sulla carne infatti avevo notato un aumento degli antiossidanti e delle percentuali di polifenoli e, inoltre, in termine tecnico, che la carne tiene di più il banco perché gli antiossidanti ne riducono il deperimento, così come per il latte e le uova. In un ambiente così prestigioso e selettivo sembrava un po’ banale studiare gli effetti di una dieta a base di alimenti micorizzati, ma ne sono stati entusiasti.”

La ricerca avviata all’IRST, con Lisa Paganelli in qualità di coordinatrice scientifica, ha quindi l’obiettivo di scoprire gli effetti che il consumo di alimenti biologici e simbiotici ha sull’uomo, nello specifico sul microbiota umano, approfondendo così il tema della relazione tra l’alimentazione e i tumori sotto il profilo scientifico, in un’ottica di prevenzione.

“Vogliamo dimostrare che un’alimentazione fatta di prodotti ricchi di microrganismi influisce positivamente sulla salute,” afferma. “La ricerca è terminata adesso e abbiamo già i primi risultati: tra settembre e novembre 2020 dovremmo pubblicare l’articolo.”

L’obiettivo del Bio-distretto è la valorizzazione del territorio grazie a un’economia sostenibile e circolare. “L’albero deve fare l’albero: è una frase banale ma spesso ci dimentichiamo che basta valorizzare e preservare ciò che già abbiamo per ottenere dei benefici.”

Lisa PaganelliQuesto studio è stato l’inizio di un progetto più ampio, quello del primo Bio-Distretto della Val Bidente: un progetto che consiste in un circuito economico-agricolo locale e un modello sostenibile, frutto della cooperazione tra imprenditori, produttori, istituzioni e associazioni di promozione sociale e culturale, che condividono un’idea comune di valorizzazione del territorio. “Siamo partiti da un’area geografica delimitata, in questo caso la mia vallata,” racconta. “L’intento è identificare uno stile di vita che preserva il benessere e il buon vivere legandoli alla natura, all’agricoltura, e a tutto quello che è già presente. L’albero deve fare l’albero: è una frase banale ma spesso ci dimentichiamo che basta valorizzare e preservare ciò che già abbiamo per ottenere dei benefici enormi. Così, ho chiesto ai sindaci della vallata di aderire e sottoscrivere a un codice etico, uno statuto in cui ogni Comune ha un compito e si fa capofila del progetto affidatogli in base al suo posizionamento e alla sua naturale predisposizione. Quindi: il Comune di Santa Sofia e Premilcuore si occupano della difesa della biodiversità, del patrimonio boschivo e della tutela della filiera della fauna selvatica; il Comune di Galeata valorizza la storia locale e le tradizioni, con la creazione di un circuito basato sul turismo di qualità; il Comune di Meldola ottimizza la qualità dei servizi ambientali adottando politiche attive per la tutela dell’ambiente e dell’acqua; infine, il Comune di Civitella di Romagna promuovere l’estensione delle produzioni agricole simbiotiche e biologiche del territorio – che nel comune sono circa l’80% – nonché programmi didattici basati sulla sana alimentazione, fornendo alle mense scolastiche prodotti bio e studiando una dieta fin dall’asilo, formando e responsabilizzando la collettività. Un modello, quello del Bio-Distretto, che ci auspichiamo di replicare portando le persone a sposare questa filosofia di vita, nel rispettare la natura ricavandone benessere.”

Articolo pubblicato su Forlì-Cesena IN Magazine 02/2020

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