di Barbara Baronio
Ph. Gianmaria Zanotti

Ritratto di Elide Giordani

Giornalista, scrittrice, amante dell’arte e dei viaggi: Elide Giordani racconta Cesena ed è il volto delle principali rassegne culturali cittadine.

Entrando nella sua abitazione, nel cuore del centro storico cesenate, è subito chiara la sua attitudine al bello e al piacere per la lettura. Il suo studio all’ultimo piano è tappezzato di libri e dall’ampio terrazzo s’intravede lo scorcio della Biblioteca Malatestiana, che lei ama definire un’estensione di casa sua, dove trascorre molto del suo tempo non solo come appassionata lettrice, ma anche come vice presidente dell’associazione Amici della Malatestiana di cui è una delle fondatrici.

La sua cara mamma Sandrina spesso le domandava, ironizzando sulla sua professione: “ma quando inizi a lavorare?” Una preoccupazione tipicamente materna scaturita dalla scelta coraggiosa della figlia che, abbandonato il progetto di diventare una psicologa, ha abbracciato l’attività giornalistica tanto distante dal concetto di impiego fisso. Una professione in cui però si è subito distinta, fino ad arrivare ad essere eletta nel Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti. Elide Giordani è uno dei volti più noti di Cesena, da più di 20 anni presenta il Premio letterario Selezione Bancarella e il Premio Novello dal 2007. Giornalista dal 1976 ha alle spalle 40 anni di esperienza in diverse testate nazionali e locali, dopo aver mosso i primi passi come corrispondente da Cesena e dal mare per Il Giornale di Indro Montanelli. Un’esperienza per lei decisiva e che ha condizionato tutto il suo futuro. “Fu proprio Montanelli a firmare la mia richiesta di iscrizione all’albo dei giornalisti. Una cosa di cui sono molto orgogliosa.”

Oggi, con il Resto del Carlino, edizione di Cesena, continua a raccontare la città e tiene una rubrica settimanale di interviste con personaggi della città. Le prime 75 sono confluite in un libro Interviste con la città edito da Historica Edizioni. Come membro del Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti (Cnog) è nella commissione cultura, membro del gruppo di lavoro nazionale Fare i giornali nella scuola e componente della Commissione Pari opportunità. Della sua vita non rimpiange nulla, non scende mai a compromessi con le sue idee e non ha mai scritto qualcosa che non condividesse.

È diventata giornalista grazie alla firma di Indro Montanelli. Oggi, dopo aver ricoperto ruoli in testate locali e nazionali, è membro eletto del Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti.

Qual è il ruolo della donna oggi riguardo alla professione giornalistica?
“Le donne senza dubbio sono un valore aggiunto nel lavoro di redazione perché la sensibilità femminile e l’attenzione che la donna sa porre nella gestione della notizia sono fondamentali nella realizzazione del giornale. Sin dagli anni Ottanta non ho avuto difficoltà ad inserirmi in questo ambito che però continua ad avere come collocazione al vertice soprattutto uomini. Anche all’interno del Consiglio dell’Ordine su 60 consiglieri solo 9 sono donne. Questo avviene perché la donna non sempre si mette in gioco: non a causa di poca volontà, ma perché impegnata su più fronti sia lavorativi che personali.”

Come è stato il suo primo impatto con la carta stampata?
“È stata una fulminazione! Ricordo che Radio Cesena Adriatica mi contattò per un‘intervista sulla psicologia sociale in cui mi ero laureata da poco. In seguito a questa intervista mi fu proposto di collaborare. Provai e decisi di non abbandonare più l’attività giornalistica che per me è il lavoro più bello al mondo. Non nego che le difficoltà non ci siano state. A metà degli anni Settanta le redazioni erano prettamente costitute da uomini, ho compiuto un noviziato infinito, una palestra lunghissima che però mi è servita tanto e di cui serbo ricordi meravigliosi. Allora prima di essere stipendiata (poco) lavorai gratis per tre mesi, perché dovevo essere messa alla prova. La prima redazione è stata quella del Giornale per passare al Carlino nelle redazioni di Forlì e Ravenna. Poi si sono susseguite tantissime esperienze in ruoli diversi.”

Come è cambiata la professione oggi?
“Oggi è evidentemente tutto molto veloce e immediato e il web in particolare ha ridotto la distanza tra le persone, ha offerto nuove opportunità, ma anche tanti nuovi pericoli. Come Odg stiamo lavorando alacremente per offrire ai nostri professionisti e pubblicisti gli strumenti utili per combattere il diffondersi delle fake news e inoltre stiamo attuando un’opera di vigilanza molto serrata sui comportamenti non corretti degli iscritti all’ordine. Certe titolazioni irriguardose, espressioni irripetibili e discriminatorie che a volte si leggono sui giornali devono essere punite severamente perché il giornalista deve distinguersi dalla massa e ha il compito di offrire al proprio lettore un’informazione corretta, comprensibile e soprattutto rispettosa della persona umana.”

Con gli Amici della Malatestiana promuove iniziative per tutelare il patrimonio della biblioteca: “Per me un vero e proprio scrigno dei tesori, non solo i preziosi codici miniati, ma per le tante testimonianze che raccoglie.”

In questi anni si è a lungo impegnata in attività legate all’associazione Amici della Malatestiana e alla valorizzazione della città di Cesena. Pur non essendo natìa di Cesena si può affermare che la città di Malatesta Novello le abbia rubato il cuore?
“Sono nata a Savignano di Rigo, delizioso paesino nel comune di Mercato Saraceno oggi quasi totalmente spogliato in seguito alle migrazioni degli anni ‘60. Poi mi sono trasferita in Sardegna dove mio padre lavorava come minatore e sono rientrata in Romagna a 11 anni quando mio padre si è ammalato e ha lasciato il suo impiego. Sono molto legata alla mia terra d’origine e infatti la mia amatissima mamma è sepolta lì. Cesena però è l’altro luogo della mia vita. È la città che ospita la Biblioteca Malatestiana, per me un vero e proprio scrigno dei tesori, non solo i preziosi codici miniati di cui è custode, ma anche di tutte le innumerevoli pubblicazioni e memorie del passato che si possono rintracciare nei fondi che raccoglie. Proprio per tale ragione ho desiderato creare, insieme ad un’amica, l’associazione degli Amici della Malatestiana con cui abbiamo promosso iniziative di beneficienza per tutelare questo importante tesoro. Nel 2017 ho pubblicato la raccolta di racconti Madri, storie di figli con un progetto culturale che ha coinvolto 51 autori e nel 2014 ho dato alle stampe un libro di racconti Prove d’amore realizzato con altri 18 scrittori. Il ricavato di ambedue i volumi sono andati al restauro dei Codici Antichi di Malatesta Novello.”

Ha un’agenda sempre pienissima e spesso è divisa tra Cesena e Roma a causa degli impegni all’Ordine nazionale. Come riesce ad incastrare tutto considerando che anche suo marito Renzo Piraccini, presidente Macfrut è spesso all’estero?
“Ci ridiamo sopra. Renzo ed io spesso ci avvisiamo anche all’ultimo momento di un viaggio improvviso o di un cambio di programma. Non è per noi un problema, il nostro è un matrimonio ben riuscito. Ci siamo incontrati nella maturità e sono molto felice. Renzo mi ha insegnato a buttarmi le cose dietro le spalle e io sono stata per lui uno stimolo in questi anni nell’apprezzare tante ‘cose belle’ che con il suo carattere, a volte un po’ restìo alle sorprese, si sarebbe perso. Viaggiamo molto e con lui sono stata in luoghi meravigliosi. Israele mi ha emozionata. Un luogo vivo in cui le anime dei popoli si mescolano a speranza, guerra, passioni e odio e poi la Namibia una terra magica, che mi ha regalato emozioni forti soprattutto sulla skeleton coast dove l’occhio si perde in questo immenso paesaggio lunare. Infine il Rajasthan, l’India magica dei maharaja con il lusso dorato dei suoi palazzi principeschi. Ho visitato i paesi più belli del mondo. E sto riprendendo il giro.”

Articolo pubblicato su Forlì-Cesena IN Magazine 1/2020

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