di Lucia Lombardi
Ph. Flavio Ricci

Sala da pranzo villa

Una villa storica affacciata sul mare, una famiglia di quattro persone, una ristrutturazione che guarda al Feng shui: una sfida superata all’insegna del rispetto e dell’armonia.

“Ristrutturare una villa storica non è semplice. Mantenerne l’identità cercando di rispondere a nuove esigenze abitative ancora meno”, afferma l’architetto Margherita Foschi. “Parliamo di una villa storica nella zona mare di Rimini. Caratterizzata da un glorioso passato alle spalle. Di proprietà da sempre della famiglia che l’ha costruita, abitata e accudita per secoli.” Pregna di ricordi di un tempo che fu, di vita vissuta, di bellissime feste allestite nei suoi grandi saloni. “Tuttavia questa villa ha sofferto di abbandono, una parte di essa è stata sventrata e svuotata, per più di 10 anni, fino al 2017, quando i miei committenti ne hanno rilevato una parte”, spiega Foschi. “Si tratta di una coppia frizzante con due figli adolescenti, rimasta incantata dall’eleganza formale di questa villa che profuma di mare, definendola la casa dei sogni.

Può un’abitazione di tale portata e con una forte personalità pregressa accogliere una nuova famiglia, con nuove esigenze, abitudini, intimità e amore? “Se il numero dei contrattempi e degli intoppi durante i lavori di ristrutturazione ci desse la misura della volontà di una casa di non separarsi dal passato, allora diremmo che questa non era pronta a farlo.”

C’è voluta una visione alternativa dell’abitare, come quella proposta dagli architetti Margherita Foschi e Pietro Pezzi, profondamente convinti che la casa abbia un’anima e “solo mettendosi in contatto con essa si può stabilire un legame forte con coloro che andranno ad abitarla.”

L’obiettivo di Margherita e Pietro era progettare un luogo dove i proprietari si sentissero accolti, felici e liberi di esprimere se stessi. Per questo la ricerca di soluzioni non ovvie, date da una progettazione Feng shui, ha permesso che gli ambienti della villa si armonizzassero con i nuovi abitanti, poiché la casa non è un contenitore da riempire e arredare, ma va concepita come uno strumento da accordare per far entrare in risonanza tutti i membri della famiglia: “Così ogni colore, posizione e forma assume un significato profondo. Particolare importanza risiede nel cuore della casa, simbolo dell’unità interiore ed esteriore che collega cielo e terra: il baricentro.” Punto nevralgico del progetto, dopo alcuni calcoli, gli architetti lo hanno individuato a poca distanza dall’ingresso dell’abitazione, in concomitanza con l’attuale accesso al piano notte. Per evidenziare le caratteristiche del baricentro è stata realizzata una parete in foglia oro, accentuandone la forza energetica e armonizzante tramite un Faretto Zero incastonato a terra che incrocia la propria luce con quella dell’elegante Candela di Vals che scende dal soffitto, tutto di Viabizzuno.

Seguendo i concetti della bio-architettura, i due progettisti hanno assegnato con cognizione di causa la collocazione precisa delle camere da letto, seguendo il giusto orientamento, e rivoluzionando la vecchia impostazione.

La casa è distribuita su due piani: al superiore troviamo la zona giorno, un grande open space con cucina, tavolo da pranzo e angolo conversazione. Un grande tavolo ovoidale di marmo calacatta lungo 3 metri – sul quale scendono come pendenti le illuminazioni Sul della linea Sul Sole Va – funge da spartiacque tra i vari ambienti di questo salone di rappresentanza. A lato una grande libreria bianca si fa elegante elemento d’arredo, realizzata su misura con preziosi intarsi lignei. Sull’altro lato campeggia Sempre Mia, un enorme candelabro moderno che scende armonioso dal soffitto creando un’atmosfera scultorea, quasi settecentesca. Nella zona conviviale, affacciata sul giardino, si trova un camino ad angolo realizzato in pietra, sempre su disegno. La zona notte, completamente dedicata ai genitori, consta di una camera da letto, due bagni dalla personalità differente, bucolico-romantico quello di lei e marittimo quello di lui. E una grande cabina armadio rivestita di carta da parati cangiante ospita il vestiaire.

Il piano inferiore invece ospita le camere dei ragazzi, entrambe dotate di bagno, una seconda cucina più informale collegata al giardino, con un grande salone conviviale, sala cinema, studio e lavanderia.

Per garantire a questa casa dai muri antichi di respirare, è stata usata una calce naturale colorata in pasta passata a spatola: “abbiamo infatti collaborato con degli artisti”, spiegano Margherita e Pietro, come nella parete della scala che conduce al piano inferiore, realizzata dall’artista romagnola Eva Germani.

Per quanto riguarda le soluzioni tecniche, “integrare l’impiantistica moderna – ricircolo dell’aria, riscaldamento a pavimento, domotica – con una struttura storica è stata una vera sfida, soprattutto a causa dei soffitti voltati del piano inferiore”, chiosa la Foschi. “Sono profondamente convinta che ci voglia veramente molto rispetto nell’intervenire sull’esistente e, anche se le leggi ci permettono di trasformare completamente un luogo, bisogna mettersi prima in contatto con esso, capirne il genius loci, lo spirito del luogo, e averne riguardo.”

Il pavimento in parquet di noce europeo è stato montato a spina di pesce all’italiana, proprio come si faceva nei palazzi signorili dell’epoca. Così come è avvenuto per il motivo del battiscopa, realizzato in resina di colore più scuro e alto 20 cm, ispirato anch’esso alle case d’epoca coeve a questa. Altro particolare in stile, ma rivisitato in chiave moderna, sono le porte, tutte realizzate su disegno, in particolare quelle del reparto notte, fatte fare a doppia anta, come quelle pre-esistenti.

Per garantire a questa casa dai muri antichi di respirare, è stata usata una calce naturale colorata in pasta passata a spatola: “abbiamo infatti collaborato con degli artisti”, spiegano Margherita e Pietro, come nella parete della scala che conduce al piano inferiore, realizzata dall’artista romagnola Eva Germani. Ottenendo un vero unicum, realizzato direttamente in loco, ed enfatizzato da un gioco luministico ottenuto dal corrimano in luce.

Aggirarsi per questi ambienti indimenticabili, è come fare un tuffo indietro nel tempo, ma voltando il capo ritrovarsi già avvolti dall’abbraccio di oggi.